Data dell’articolo
04 Nov 2022
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Tulsi: una pianta divina
La tulsi nel mondo indiano è una delle piante più sacre e preziose. Nell’antico Bhagavata Purana, la pianta di tulsi, appellata “regina delle erbe”, è considerata l’incarnazione di Lakshmi, la consorte di Vishnu e la dea della prosperità materiale e spirituale. Nella mitologia indù, la tulsi è considerata l’anello di congiunzione tra il cielo e la terra e la manifestazione del divino nel regno vegetale. La tulsi non ha avuto un ruolo significativo solo in India. Portata verso occidente lungo le prime rotte commerciali, è diventata nota ai cristiani come basilico “sacro” e impiegata nei rituali.
In tutte le culture, la tulsi è sempre stata un simbolo di purezza e veniva utilizzata per una serie di scopi fisici, mentali e spirituali.
Il significato religioso della pianta di tulsi è di vasta portata. Le donne delle famiglie indù ortodosse adorano devotamente la pianta che viene coltivata al centro della casa, su una struttura ad altare chiamata tulsi chaura. Le foglie di tulsi sono un ingrediente essenziale del panchamrita impiegato nella cerimonia della puja e possono essere pulite e riutilizzate per un’altra puja poiché la pianta ha il potere di auto-purificarsi. Le foglie sono anche utilizzate per fare ghirlande e si crede che senza di esse ogni offerta al Signore Vishnu sia incompleta. Le vibrazioni della mala (ghirlanda) di tulsi sono in armonia con quelle del Signore Vishnu. Dagli steli essiccati della pianta si ricavano rosari (mala) usati dai devoti vaishnava nella ripetizione dei mantra di Vishnu. Indossare una mala di tulsi crea un campo magnetico benefico per la persona.
Benefici della tulsi
La pianta tulsi è conosciuta anche con il nome di basilico sacro o santo proprio per le sue innumerevoli proprietà benefiche per il nostro organismo. Il suo nome botanico è ocinum sanctum o anche ocimum tenuiflorum e appartiene alla famiglia delle Labiateae come il basilico e la menta.
Esistono tre varietà di tulsi o tulasi: la krishna tulsi, dai fiori di colore viola chiaro e foglie verde violaceo, la rama tulsi dalle foglie verde lucente senza venature viola, la vana tulsi ha invece foglie verdi e fiori bianchi.
Nella medicina ayurvedica, l’estratto acquoso delle foglie viene considerato un ottimo anupana (veicolo) per altri principi attivi. La pianta è presente in molte formulazioni ayurvediche ed è una pianta rasayana o ringiovanente. È utilizzata nella medicina ayurvedica tradizionale come supporto al sistema immunitario e respiratorio, per i reni, il cuore, la salute orale, la salute degli occhi e altro ancora. Le foglie erano usate come rimedio casalingo in forma di estratto, di polvere e di tisana.
La ricerca scientifica evidenzia che la tulsi riduce notevolmente lo stress, migliora la resistenza, allevia l’infiammazione, abbassa il colesterolo ed elimina le tossine, abbassa la febbre, allevia il raffreddore, migliora la digestione e fornisce un ricco apporto di antiossidanti e altri nutrienti. È un ottimo supporto per l’apparato cardiocircolatorio, il fegato, i polmoni, previene le ulcere gastriche, regola la pressione sanguigna e il livello degli zuccheri nel sangue. È anche un ottimo repellente per gli insetti.
Le foglie di tulsi contengono una certa quantità di mercurio molto nocivo per gengive. Infatti, si possono assumere solo le foglie di tulsi date come prasad e, soprattutto, non vanno masticate.
Tulsi Vivaha
Gli indù eseguono una particolare tulsi puja ogni anno nel giorno di ekadashi di shukla paksha oppure anche nell’undicesimo giorno luminoso del mese di kartika. In uno di questi due giorni, la tulsi è ritualmente sposata con il Signore Vishnu. La pianta di tulsi, coltivata in un vaso di terracotta, è decorata come una sposa.
A sua volta, si simboleggia Vishnu nella forma di shaligrama, un fossile nero che si trova nel letto del fiume Gandaki che scorre in Nepal. Questo è posto nel vaso di tulsi a simboleggiare il loro matrimonio. Il rito è chiamato tulsi vivaha. Il giorno in cui si esegue questo rituale apre la stagione dei matrimoni soprattutto nell’India del Nord.
La maledizione
Secondo una leggenda, Tulsi o Tulasi era la moglie fedele e pia di Shankhachuda. Shankhachuda era un demone che spesso e volentieri minacciava gli dei. I fedeli credevano che l’origine della forza di Shankhachuda fosse la castità di sua moglie. Per indebolire il demone, il Signore Vishnu ordì un inganno per indurla in tentazione. Quando Tulsi scoprì l’inganno, era troppo tardi e maledisse il Signore Vishnu trasformandolo in un shaligrama.
Vedendo la sua grande devozione e rettitudine, Vishnu le promise che avrebbe continuato a vivere sulla terra come una benedizione. Da allora ebbe inizio la tradizione del tulsi vivaha. Vishnu sancì che tutte le offerte fatte a lui sarebbero state incomplete senza la foglia di tulsi. È interessante notare che le foglie di tulsi non sono mai offerte a Ganesha.
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