FESTIVITÀ
Holi
Una policromia di polveri si librano nell’aria sugli sfondi cementizi dei sobborghi urbani, sembrano competere con lo sfavillio dei primi boccioli in fiore in una natura al suo primo risveglio dopo il lungo inverno. Tra queste nubi dalle mille sfumature di colore si intravede una folla in festa: è arrivata Holi!
Con manciate di colori e sentimenti vivaci, Holi o Holika tinge di gioia ogni parte del mondo. Pur essendo, infatti, una delle festività più antiche nate in India, Holi non ha confini geografici o sociali; è celebrata a livello mondiale, in Italia, in Bangladesh, in Guyana, nelle isole Suryname, nelle Mauritius, negli USA, in Nepal, in Pakistan, nel Sud Africa, a Trinidad, Tobago, nel Regno Unito in Gran Bretagna…
Recente la notizia che il governo pakistano ha promulgato una legge che riconosce Holi, Diwali e la Pasqua come feste nazionali per le minoranze religiose presenti nel paese.
Per coloro che vivono fuori dall’India, come d’altronde avviene anche per altre festività, Holi è vissuta con grande partecipazione. Ciò risponde a diverse ragioni, non ultima quella di rinsaldare le proprie origini culturali e spirituali, oltre al desiderio di riunire la comunità, scambiarsi doni e dolci e rafforzare il sentimento di fratellanza e amicizia reciproche.
I rituali e le celebrazioni di Holi
Holi si celebra nei giorni che precedono la luna piena del mese di Phalguna (febbraio-marzo).
Questa festa segna l’inizio della primavera, rievoca racconti presenti nelle Scritture e, sin dall’antichità, costituisce un momento in cui tutte le norme sociali sono “sovvertite”. Originariamente legata all’agricoltura, Holi è anche un’occasione per festeggiare i primi raccolti dopo l’inverno.
La celebrazione avviene nel corso di due giornate; il primo giorno si compie un falò con richiami al significato dei miti associati alla festività, quindi alla vittoria del bene sul male. Il secondo giorno è dedicato interamente al puro divertimento. La comunità intera, senza distinzioni di alcun genere, classe o religione, scende per le strade e si “sbizzarrisce” in giochi esuberanti; ci si lanciano polveri o acqua colorate; si danza e si canta insieme e si scambiano ghiotti dolcetti.
Miti e significati associati a Holi o Holika
Holi è associata a diversi miti che sottolineano la vittoria del bene su quella del male; della luce sull’ignoranza.
Hiranyakashipu, Holika e Prahlad
Il primo mito è legato alla storia del demone Hiranyakashipu e a suo figlio Prahlada. Quest’ultimo era un ardente devoto del Dio Vishnu, ma suo padre, il terribile Hiranyakashipu, sentendo il suo potere e la sua autorità sminuiti da tanta devozione, tentò diversi espedienti per ucciderlo.
Una volta, ordinò a sua sorella Holika di salire insieme a Prahlada su una pira. Prahlada accettò la sfida di suo padre e immediatamente iniziò a pregare il Dio Vishnu, affinché lo proteggesse. Holika, la zia malvagia di Prahlada, grazie ad alcuni meriti ottenuti nel passato, sarebbe dovuta essere immune al potere del fuoco. Tuttavia, Holika fu punita per le sue intenzioni malvagie e fu distrutta dal fuoco, mentre Prahlada ne uscì salvo. L’episodio di Holika è simbolicamente rievocato con l’accensione di falò durante la celebrazione di Holi.
Shiva, Parvati e Kamadeva
Un secondo mito, diffuso soprattutto nel Sud dell’India, è associato al Dio Shiva e al Dio Kama.
Il Dio Shiva, conosciuto per essere l’asceta per eccellenza, si era ritirato sulle vette dell’Himalaya dopo il grande dolore generato dalla morte della sua consorte Sati. Entrò in una profonda meditazione con l’intenzione di non uscirne mai.
Nel frattempo, la sua consorte Sati era rinata sulla terra come Parvati, la Bella figlia di Himavan, il Signore della Montagna. Si era messa alla ricerca del suo amato Shiva, ma quando lo trovò egli non la riconobbe e la rifiutò. Ma Parvati non si arrese e decise di sottoporsi anch’ella a una disciplina rigorosa.
Il crescente disinteresse del Dio Shiva verso gli affari del mondo iniziò a preoccupare gli altri Dei che decisero di intervenire; chiesero aiuto al Dio dell’amore Kamadeva. Egli, per il bene dell’umanità, accettò di scoccare una delle sue frecce sul Dio Shiva, seppure fosse conscio del rischio che ciò comportava per la sua incolumità!
Kamadeva scoccò la sua freccia su Shiva e lo distolse dalla meditazione. Adirato furiosamente per questo atto Shiva, con il potere del suo occhio interiore, incenerì il povero Kamadeva. La freccia tuttavia ebbe l’effetto voluto, e così Shiva e Parvati si sposarono e il mondo fu salvo.
La storia di Kamadeva continua con sua moglie Rati, la Notte, che si recò da Shiva per chiedere di graziare il marito. Shiva, Colui che è sempre compassionevole, accettò la richiesta di Rati e mitigò la sua maledizione. Riportò quindi Kamadeva in vita ma gli concesse di vivere in forma invisibile. Da allora egli è infatti conosciuto anche come Ananga, senza membra.
L’incenerimento di Kamadeva è anch’esso ricordato attraverso i falò che le genti del Sud India compiono durante la Holi.
Krishna e Radha
Un terzo mito è legato alla figura del Dio Krishna e, in particolare, al suo grande amore per Radha.
Si narra che il Dio Krishna, quando era bambino, fosse geloso della carnagione chiara di Radha rispetto alla sua che era molto scura. Si lamentò di questo con sua madre, Yashoda, la quale scherzando gli consigliò di mettere del colore sul viso di Radha e vedere come sarebbe cambiata la sua carnagione.
Il giovane e dispettoso Krishna prese sul serio le parole della madre e così colorò il volto di Radha.
Il gioco d’amore tra Krishna, Radha e le Gopi che si gettano acqua e polveri colorate è diventato così popolare che la festa di Holi è celebrata con grande entusiasmo soprattutto a Vrindavana e a Mathura.
Potana, l’orchessa malvagia
In un altro mito si racconta che Kansa, desideroso di uccidere suo nipote Krishna, chiese aiuto a un’orchessa di nome Potana.
Ella assunse le vesti di una donna pia e semplice, per fare da balia al piccolo Krishna. Decisa ad avvelenarlo con il suo latte inquinato, lo fece sedere sulle sue gambe e iniziò ad allattarlo. Tuttavia, l’onnisciente Krishna bevve dall’orchessa tutto il suo veleno, fino a portarla alla morte. A causa del veleno ingerito, il colorito del Dio si tinse di blu, ma egli ovviamente non morì.
Secondo questa tradizione, Holi commemora la vittoria delle forze divine su quelle demoniache e, simbolicamente, si brucia un’effigie dell’orchessa Potana.
Problematiche moderne legate alla celebrazione di Holi
Negli ultimi anni, la festa di Holi ha generato alcune preoccupazioni dovute principalmente all’utilizzo di colori fortemente chimici e nocivi per l’ambiente e per la pelle, gli occhi e la salute; sono inoltre sorte perplessità per l’impatto ecologico che le modalità di festeggiamenti di Holi avrebbero oggi. In quest’ultimo caso, le polemiche sono nate soprattutto in riferimento al massiccio taglio degli alberi per provvedere alla legna da ardere nei falò, e all’uso considerevole di acqua.
A tale riguardo, è nato un movimento panindiano, messo in moto da alcune Organizzazioni non governative, che invita a celebrare Holi in modo ecologico, sprecando meno acqua e legna e adoperando colori naturali, come ad esempio la curcuma, farina di ceci, polvere di henné, e altri ancora.
Una ricetta per Holi
Kesari Gujia
Polpettine dolci fritte farcite e con latte condensato allo zafferano
Tempo di preparazione: 30 minuti
Tempo di cottura: 15 minuti
Rende: 20
1 kg Khoya (Latte condensato)
500 gr. di zucchero a velo
500 gr. di farina
6 cucchiaini di burro chiarificato
3 cucchiai uvetta
2 cucchiai Chironji
100 ml di acqua calda
Olio per friggere
500 gr. di zucchero
2 tazze acqua
1 cucchiaio di pistacchi sgusciati
Un pizzico di zafferano
Preparazione:
Unire la farina con 6 cucchiaini di burro chiarificato. Strofinare delicatamente con le dita. Aggiungere un cucchiaio di acqua calda per fare la pasta liscia. Aggiungere più acqua se necessario. Coprire con un panno umido e mettere da parte.
Ripieno:
In una padella a fondo pesante, far rosolare il latte condensato (khoya) a fiamma bassa fino a creare una crema liscia e profumata. Aggiungere la polvere di cardamomo, uva passa, chironji, e zucchero a velo. Lasciare raffreddare il composto. Dividete il composto in 20 parti uguali.
Lavorate l’impasto per due minuti di nuovo. Dividere la pasta in 20 palline di uguali dimensioni.
Stendete ogni pallina in un disco del diametro di 4 cm. Inserire una parte del ripieno al centro del disco e bagnare i bordi con poca acqua. Ripiegare il disco e formare un semicerchio, poi premere i lati con fermezza.
Scaldare l’olio e aggiungere le polpettine 2 alla volta nell’olio caldo. Una volta fritte tutte le polpettine, lasciare raffreddare.
Fare uno sciroppo di consistenza cremosa e insaporire con lo zafferano.
Mettere a bagno la polpettina, gujia, nello sciroppo per 5-6 minuti. Poi rimuoverla e lasciare asciugare.
FELICE HOLI A TUTTI!