ATTIVITÀ
Tra i promotori il MIR-MN Piemontese e il Centro Sereno Regis.
PARTECIPANO E CONCORRONO A PROMUOVERE L’INIZIATIVA (elenco parziale):
Religions for Peace – Interdependence – Manifesto di Torino – Centro di cultura italo-araba Dar al Hikma – Movimento Internazionale della Riconciliazione – Movimento Nonviolento – Comitato Interfedi del Comune di Torino
Comunità Ebraica di Torino – Chiesa Valdese di Torino – Chiesa Ortodossa di Torino – Chiesa Cattolica, Arcidiocesi di Torino – Sermig – Movimento dei Focolari – Centro Culturale Piergiorgio Frassati – Piccola Casa della Divina Provvidenza – AGESC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) – Forum delle Associazioni Familiari – Alleanza Cattolica – Movimento Cristiano Lavoratori – UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) – UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori) – ASAI (Associazione Animazione Interculturale) – UCOII (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia) – Giovani Musulmani d’Italia – CO.RE.IS (Comunità Religiosa Islamica) – Moschea Omar Ibn al Khattab di via Saluzzo – Istituto Islamico Moschea della Pace – Centro Interculturale e Moschea Mecca – Moschea Medina – Unione Buddhista Italiana – Centro Milarepa – Centro Studi Maitri Buddha – Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai – Unione Induista Italiana – Comunità Baha’i – Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni
Centro Studi Sereno Regis – Istituto Salvemini – FIDAPA -Centro Italiano Femminile – Associazione Internazionale Regina Elena – Nuova Generazione”
Non è lecito uccidere in nome di Dio
né in nome di una religione o di un’ideologia
Le religioni siano luoghi di misericordia e di speranza, dove ognuno possa sentirsi accolto, amato e perdonato; perché l’amore riempie i vuoti e colma le voragini che il male apre nei cuori.
Noi siamo qui perché il futuro non sia modellato da una semina di morte, ma da una rispettosa convivenza e da una rinnovata fraternità.
Noi siamo qui per opporci all’ingiustizia, ai conflitti etnici e sociali, agli orrori della guerra, alla negazione dei diritti; per uscire dalla paura dell’altro, del diverso, di chi ha un’altra fede.
Noi siamo qui perché non ci riteniamo autosufficienti e padroni della nostra vita; ma ci sentiamo chiamati all’accoglienza e a farci artefici di giustizia e di pace.
Noi siamo qui perché il dialogo tra persone di differenti fedi è testimonianza di fede autentica.
Noi siamo qui perché sappiamo che la disperazione contribuisce a fomentare l’odio e la violenza.
Noi siamo qui per non nominare il nome di Dio invano, e non offendere alcuna fede facendo violenza a sé e ad altri. Per essere in fraternità con quanti, a causa della loro religione, vengono umiliati e uccisi.
Ecco perché siamo qui. Perché solo così si ricomincia a essere credenti. È attraverso il nostro personale impegno che la vita si rinnova, creando echi.
Perché solo così si paga, umanamente, il dolore e si attinge, al di là di esso, a una gioia rimasta.
Solo così chi crede comprende, ora più che mai, di esserci.
Quasi cinquanta comunità laiche e religiose di Torino e del Piemonte parteciperanno la sera di mercoledì 10 giugno alla manifestazione, marcia di solidarietà per tutte le vittime delle persecuzioni religiose nel mondo
La marcia partirà alle 20 davanti al Municipio di Torino. Attraversando la zona di Porta Palazzo, da sempre tradizionale punto di ritrovo delle comunità straniere a Torino, il gruppo arriverà al Sermig in piazza Borgo Dora dove alle 21 troveranno spazio e voce molte testimonianze di solidarietà.
La manifestazione è stata promossa dal gruppo interreligioso coordinato da Giampiero Leo, con il patrocinio e sostegno dal Consiglio regionale del Piemonte.
“L’appoggio alla manifestazione del 10 giugno – sottolinea il presidente Mauro Laus – è maturato nella cornice del Comitato per i diritti umani, il nuovo organismo istituito dal Consiglio regionale con lo scopo di istituzionalizzare le occasioni di incontro e di confronto sui temi più delicati che interessano la collettività, uno spazio dove ogni diversità sia percepita come una ricchezza e il contrasto ad ogni forma di discriminazione sia inteso come un dovere di tutti. Da presidente dell’Assemblea legislativa piemontese, rivendico la laicità del mio approccio quale contributo al valore dell’evento poiché proprio la laicità in uno Stato democratico è garanzia di libertà religiosa e di libertà di espressione per ogni cittadino.
L’iniziativa è stata approvata e condivisa con entusiasmo da numerosi soggetti: il mondo variegato delle associazioni e comunità laiche cattoliche presenti a Torino, prenderà parte l’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, i valdesi, la rappresentanza della chiesa luterana, il nuovo rabbino della comunità ebraica della città, gli induisti, i buddisti, i mormoni.
hanno aderito anche molti esponenti della vasta comunità musulmana a Torino: lo ha assicurato Younis Tawfik del Centro culturale italo-arabo Dar al-Hikma, insieme al portavoce della associazione islamica delle Alpi, Brahim Baya. “Questa non sarà una manifestazione contro l’Islam ma una iniziativa di solidarietà umana a cui prenderanno parte anche sette moschee di Torino, l’associazione dei Giovani Musulmani e le comunità religiose islamiche di Torino. Una presa di posizione importante per noi, perchè oggi non si può stare nel grigio”.
Alla presentazione della marcia – che si è svolta il 5 giugno in Consiglio regionale – hanno partecipato anche il professor Claudio Torrero dell’associazione Interdependence and Religions For Peace e Bruno Geraci, promotore del Manifesto di Torino che verrà presentato mercoledì sera al Sermig. Erano presenti i due vicepresidenti del Consiglio regionale Daniela Ruffino e Nino Boeti.
articolo di: LA VOCE DEL TEMPO