DIVINITÀ INDUISTE
INTRODUZIONE
Tutte le Scritture indù affermano che vi è una Realtà Unica, un Essere supremo e assoluto, sia trascendente sia immanente, che si esprime in una moltitudine di forme.
“La verità che è Una, i saggi chiamano con molti nomi”, recita un celebre inno del Rig Veda.
“In Principio non vi era che l’Essere” … “Uno senza secondo” … “indescrivibile, infinito, non confinato a tempo o spazio; sorgente di tutto”.
Queste sono solo alcune delle migliaia di richiami al Brahman, l’Assoluto, che testimoniano il monoteismo induista. Tuttavia, questo stato di pura trascendenza è molto complesso da realizzare con la mente e con i sensi comuni. Nasce così l’idea di Ishvara o di un Dio “personale”, onniscente, onnipervadente, che risiede nel cuore degli esseri e che assume attributi di nome e forma.
Le molteplici forme di quell’unico Dio, note come Ganesha, Durga, Lakshmi, Shiva, Vishnu, e così a seguire, rappresentano funzioni e forze che aiutano il devoto nel processo di meditazione e di devozione.
Questa prolificità di manifestazioni divine ha due effetti principali: da un lato ciascun devoto può trovare l’espressione del Divino a lui più cara (ishtadevata); dall’altro promuove un’attitudine di vedere Dio in ogni aspetto e pertanto riconosce una sacralità in tutto.
Ma questo spinge la riflessione ancora oltre e, sottolinea come il Dio degli induisti non possa essere diverso dal Dio delle altre religioni … altrimenti, questo sì, comporterebbe un politeismo radicale!
GANESHA
IL SIGNORE CHE RIMUOVE GLI OSTACOLI
In qualsiasi occasione, il primo a cui si fa appello e il più amato è Ganapati, Ganesha, Vinayaka: ogni cerimonia e rituale induista inizia con l’invocazione di questa Divinità. Il trasloco in una nuova casa, l’inaugurazione di un nuovo progetto o di un’impresa, l’inizio di un viaggio potrebbero essere costellati di pericoli, se prima non ci si propizia Ganesha.
Ganesha, il Dio dalla testa di elefante, è la Divinità della saggezza e dell’acume, ed è anche adorato come colui che rimuove gli ostacoli, difende le buone azioni e semina difficoltà sul cammino dei malvagi. La ricchezza di forme e attributi nella sua iconografia rivelano innumerevoli significati.
LAKSHMI
LA BENEVOLA MADRE DIVINA
Lakshmi è, nella tradizione induista, una Divinità femminile tra le più benevole, associata alla luce, alla prosperità (sia materiale sia spirituale) e alla purezza. Pur essendo la consorte del Dio Vishnu, gode di un culto autonomo, per altro piuttosto diffuso ed esteso pressoché ad ogni tradizione induista. Spesso le si attribuisce il nome di Shri, appellativo sovente preposto alle Divinità in funzione onorifica, a sottolineare le sue caratteristiche di bellezza, perfezione e gloria rifulgente. La Devi Lakshmi è inoltre associata ai re, poiché, nelle antiche Scritture indù, il sovrano era ritenuto essere un rappresentante del Divino, quasi una Sua incarnazione, e per questo era tenuto a vigilare che le proprie ricchezze e i propri privilegi fossero utilizzati al servizio di Dio. Un altro epiteto associato a Lakshmi è Chanchala, ossia “instabile”, a evidenziare la tendenza della Divinità a non rimanere stabilmente al fianco di nessuno.
SHIVA
IL SIGNORE DELLO YOGA
Il Signore Shiva (Siva) è una delle divinità principali dell’induismo; una dell’espressioni di quell’unico Dio, che assume tante forme e tanti nomi, a seconda delle sue funzioni all’interno della manifestazione. Shiva insieme a Brahma e Vishnu (Visnu), è la divinità che forma la trimurti, espressione delle tre qualità, guna, principali inerenti alla creazione. A Brahma è associato il potere creativo, a Vishnu la qualità di sostenere e proteggere, e a Shiva la trasformazione o dissoluzione. La “distruzione” operata da Shiva non è negativa, perché rappresenta la trasformazione positiva, che rigenera e trasforma la vita, portando il benessere e la felicità suprema per il mondo e per tutti gli esseri viventi. Come le scoperte della fisica moderna suggeriscono, nulla si crea dal nulla e tutto si trasforma!
DATTATREYA
SINTESI DELLA TRIMURTI
Nell’induismo la figura divina di Dattatreya è considerata la sintesi della trimurti costituita da Brahma, Vishnu e Mahesvara, rispettivamente colui che crea, conserva e trasforma. Queste tre forme del Divino, unite in una, denotano la natura ciclica della nostra esistenza dalla nascita, al mantenimento, alla trasformazione e la successiva rigenerazione.
Il nome Dattatreya deriva dai termini sanscriti “datta”, “dato, o donato” e “Atreya” “al saggio Atri”, suo padre.