“Le tragiche regole dettate dal virus hanno imposto a migliaia di persone una morte solitaria- commenta Svamini Hamsananda Ghiri, Vicepresidente UII- L’emergenza ha riportato sul tavolo di discussione temi come il diritto ai riti di commiato o la dignità del morente. Le comunità indiane, ad esempio, lamentano la necessità di potersi veder riconosciute il diritto a una cremazione secondo le prescrizioni induiste o la possibilità di rimpatriare la salma nel paese di origine, il più delle volte l’India o lo Sri Lanka, senza un esborso di finanze eccessivo.
Ecco il motivo di questa scelta: parlare della morte è un modo per imparare a conoscerla come passaggio e non come una fine”.
“Oggi la rigidità del contesto sanitario, con le doverose prescrizioni igienico sanitarie e medico legali, si è scontrata con le richieste della religione e i due mondi si trovavano distanti ed incapaci di dialogare- commenta Mario Caserta- Con i rappresentanti religiosi del Progetto di assistenza spirituale “Le cure dello Spirito” abbiamo integrato il Regolamento della polizia mortuaria con una serie di schede, una per ogni religione, che indicano le precauzioni da adottare per il trattamento della salma in reparto e per il suo trasporto, e per i riti religiosi previsti dai principali culti”.